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mercoledì 9 dicembre 2009

La storia ed il significato dell’oratorio: Don Bosco…ultima parte

a cura di Sara

Nel numero precedente abbiamo raccontato degli inizi dell’opera di Don Bosco e della formazione del primo gruppo di ragazzi che avrebbe dato il via all'Oratorio di Don Bosco…era l’8 Dicembre 1841….
Non passò molto tempo che il gruppo crebbe a tal punto che il sacerdote richiese l'assistenza di tre giovani preti: Don Carpano, Don Ponte e Don Trivero. Anche alcuni ragazzi cominciarono ad aiutarlo specialmente per tenere a bada i più impulsivi ed indisciplinati. Nella primavera del 1842, al ritorno dal paese, i fratelli Buzzetti conducevano con loro il più piccolo, Giuseppe, che si affezionò molto a Don Bosco e decise, in età adulta, di seguire la via del sacerdozio, divenendo così suo braccio destro nella gestione del futuro ordine salesiano.
Nell'Autunno del 1844 Giuseppe Cafasso comunicò a Don Bosco che era stato scelto per dirigere l'ospedale di Santa Filomena. Don Cafasso sperava che l'amico potesse fare amicizia con Giovanni Borel, un sacerdote legato allo stesso re, che avrebbe sicuramente potuto aiutarlo con dei finanziamenti economici per l'Oratorio.
Il 12 Aprile del 1846, nel giorno di Pasqua, finalmente Don Bosco trovò un posto per i suoi ragazzi, la tettoia Pinardi a Valdocco, niente di più che una tettoia con un prato, certo non sarà stato un luogo da favola, ma era pur sempre uno spazio tutto loro dove potersi ritrovare, come si suole convenire in questi casi, "meglio de niente".
Nel 1854 don Bosco diede inizio alla Società Salesiana, con la quale assicurò la stabilità delle sue opere e del suo spirito anche per gli anni futuri. Dieci anni dopo pone la prima pietra del santuario di Maria Ausiliatrice.
Nel 1872, con Santa Maria Domenica Mazzarello, fondò l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, con lo scopo di educare, con il medesimo spirito, la gioventù femminile. Don Bosco fu davvero contagioso per tutti, il suo messaggio educativo si condensò intorno a sole tre parole:ragione, religione, amorevolezza. Ma alla base ci fu un immenso e profondo amore per i giovani e si sa che l'amore è la chiave per aprire tutte le porte e fu la chiave della sua opera educativa.
E noi che altro potremmo fare se non ricordarlo, seguire i suoi insegnamenti e dirgli grazie?!

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