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venerdì 9 luglio 2010

Anno sacerdotale: anno di grazia e riflessione

a cura di Giuseppe
Lo scorso 11 giugno c.a., con una Celebrazione Eucaristica, il Santo Padre ha solennemente concluso l’anno sacerdotale (dal 19 giugno 2009 al 19 giugno 2010). Fu indetto ufficialmente il 16 marzo 2009, in occasione dei 150 anni dalla morte di San Giovanni Maria Vianney, vero esempio di Pastore a servizio del gregge di Cristo che ha saputo trasformare il cuore e la vita di tante persone, perché è riuscito a far loro percepire l’amore misericordioso del Signore. Ma “il sacerdozio di Cristo comporta la sofferenza” (Benedetto XVI, Solennità SS Corpo e Sangue di Cristo, 3/6/10) e mai come quest’anno la Chiesa è stata ed è sotto attacco: “era da aspettarsi che al «nemico» questo nuovo brillare del sacerdozio non sarebbe piaciuto; egli avrebbe preferito vederlo scomparire, perché in fin dei conti Dio fosse spinto fuori dal mondo. E così è successo che, proprio in questo anno di gioia per il sacramento del sacerdozio, siano venuti alla luce i peccati di sacerdoti - soprattutto l’abuso nei confronti dei piccoli, nel quale il sacerdozio come compito della premura di Dio a vantaggio dell’uomo viene volto nel suo contrario” (Omelia in occasione della Concelebrazione Eucaristica con i Cardinali, i Vescovi e i Presbiteri a conclusione dell’Anno Sacerdotale, 11/6/10).
Il Papa, in quest’occasione, ha fatto un bilancio di dodici mesi di fuoco: ciò che desiderava e ciò che invece è accaduto.Lo aveva detto, ancor prima di diventare Papa. Anzi, quelle parole, scritte per le meditazioni della Via Crucis del Venerdì Santo del 2005, dall’allora cardinale Joseph Ratzinger furono come un grido, un grido profetico: “Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! (...) Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare (…) La veste e il volto così sporchi della tua Chiesa ci sgomentano. Ma siamo noi stessi a sporcarli!”. E per lui, diventato papa Benedetto XVI, quelle parole forti sono il filo conduttore del suo Pontificato. Pulizia, rigore, decisione di “non coprire” le colpe, i delitti, le mancanze del clero, dentro la bufera degli scandali pedofilia e quelli economico/finanziari: dal più oscuro sacerdote a capi carismatici e fondatori di organizzazioni, a arcivescovi, cardinali, esponenti di primo piano nella Curia. Solo necessità di chiarezza, trasparenza! Accompagniamo il Santo Padre e tutti i nostri sacerdoti con la nostra preghiera e il nostro sostegno attraverso questa fase di ri-generazione perché la croce non è mai un intoppo ma il segno dell’appartenenza a Cristo.

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