a cura di Giuseppe
Abbiamo visto come la crisi sia stata causata dalle banche americane che hanno concesso mutui facili, e ricavato profitti con il ricorso alle “Banche d’affari” che mettono sul mercato prodotti finanziari spregiudicati che mascherano il rischio legato alle quote dei mutui. Mano a mano che le famiglie incontrano difficoltà a pagare, i prodotti finanziari non hanno più, al loro interno, mutui (quindi contante) ma solo case invendute. Gli investitori, il mercato, non vogliono e non possono più comprare questi prodotti per i quali si erano a loro volta indebitati. La situazione peggiora: gli investitori hanno in mano titoli che nessuno vuole. Cercano, allora, di rivendere i singoli mutui, ma neanche questi nessuno vuole perché sono case invendibili. Tutto il mercato finanziario è congelato, le banche falliscono e la situazione peggiora … tutti finiscono in bancarotta ma non è tutto: molti di coloro che avevano comprato titoli sono fondi pensioni degli americani. In pratica, il TFR degli operai americani è andato in fumo! Si inizia perciò a comprendere come la crisi sia un circolo vizioso. Le banche non potendo vendere titoli e avendo degli impegni finanziari da mantenere decidono di non concedono più prestiti a nessuno neanche fra di loro. Non danno credito alle imprese che falliscono e licenziano. La crisi, prima solo finanziaria, si trasferisce all’economia reale (imprese e industrie). Meno lavoratori, meno reddito, meno acquisti, meno imprese, ecc. Come si sta risolvendo il disastro creato da questi sciacalli della finanza? Tutti gli Stati stanno facendo ricorso alle loro casse, al debito pubblico, quindi alla ricchezza delle collettività, per salvare il salvabile. Alcune riflessioni e provocazioni: È giusto che il conto di tale disastro sia pagato dai cittadini? È giusto che la maggioranza della Comunità ripiani il conto salato causato da una minoranza di avidi, ricchi, egoisti, imbroglioni, bugiardi, ladri? È giusto che gli autori di tale “truffa” finanziaria legalizzata alla fine escano impuniti con il benestare delle principali Autorità Governative e di Controllo? È giusto che gli amministratori di queste note banche d’Affari e Commerciali, dopo aver causato un tale dissesto mondiale, semplicemente si dimettano dalle loro cariche e se ne escano con liquidazioni di milioni di dollari? È giusto che all’interno delle più alte cariche governative e degli organi di controllo siedano personaggi provenienti da queste famigerate banche d’Affari? Sembra utile soffermarci sulle parole del Pontefice nella enciclica “Caritas in Veritate”: “la crisi ci obbliga a riprogettare il nostro cammi¬no, a darci nuove regole e a trovare nuove forme di impegno, a puntare sulle esperienze positive e a rigettare quelle negative. La crisi diventa così occasione di discernimento e di nuova progettualità. In questa chiave, fiduciosa piuttosto che rassegnata, conviene affrontare le difficoltà del momento presente”
Avvisi....
Per informazioni scrivi all'indirizzo oratoriosantarcisio@yahoo.it
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venerdì 26 marzo 2010
martedì 26 gennaio 2010
La crisi globale: responsabilità di pochi, conseguenze per tutti
Prima parte
a cura di Giuseppe
L’attuale crisi mondiale che molti di noi stanno vivendo sulla propria pelle non è piovuta dal cielo, ma mostra, ancora una volta, “quello che è l’errore di fondo: l’avarizia e l’idolatria che oscurano il vero Dio, ed è sempre la falsificazione di Dio in Mammona che ritorna” (Benedetto XVI).
Cercare di capire, quindi, come è nata la crisi, da cosa è stata generata, quali sono stati questi comportamenti egoistici sembra, quanto mai, necessario per identificare le soluzioni ma, soprattutto, per evitare situazioni analoghe nel futuro. La crisi è nata come crisi del credito negli Stati Uniti e possiamo definirla come un fiasco finanziario poi diventato di portata mondiale. Per comprendere bene la dinamica della crisi, dobbiamo, quindi, tornare indietro a qualche anno fa in America: da una parte ci sono le famiglie e dall’altra le banche.
Il sogno di ogni famiglia (compresa quella americana) è di avere una casa di proprietà, ma non tutti possono permetterselo sia per le condizioni economiche personali che per i tassi d’interesse applicati sui mutui.
Dall’altra parte ci sono le banche che, con i tassi d’interesse applicati fino al 2001, compravano titoli del Tesoro americano senza correre alcun rischio e con un adeguato rendimento.
Dopo l’11 settembre, il Governatore della banca Centrale Americana (Federal Reserve Bank), per stimolare l’economia e renderla forte e più stabile, decise di abbassare i tassi di interesse all’1%.
In questo scenario, come si comportano i due “protagonisti”? Le banche considerano l’1% una percentuale molto bassa per investire il loro denaro e decidono quindi di trovare strumenti finanziari più remunerativi come ad esempio i mutui. D’altro lato, l’abbassamento del tasso significa che le banche americane potevano chiedere prestiti alla banca degli Stati Uniti (la Federal Reserve) con un interesse del solo 1%. La conseguenza fu un enorme quantità di credito erogato a basso costo per cui le banche prestavano denaro con molta facilità.
Ed è qui che entrano in gioco gli “spregiudicati della finanza” privi di etica e di morale pronti a tutto per mantenere il loro stipendio alto e soprattutto i loro bonus, ai livelli precedenti se non addirittura aumentarli.
Iniziano a “spingere” sulle famiglie: le banche offrono mutui facilitati e con tassi molto bassi a chi vuole acquistare casa anche a chi è considerato “subprime” cioè non “prime” (clientela che difficilmente è in grado di far fronte all’impegno preso). Il suggerimento è di sottoscrivere mutui a tasso variabile.
La famiglia è molto contenta dell’acquisto della casa anche perché il valore degli immobili sta aumentando moltissimo. La banca ci guadagna la commissione e la casa in caso di morosità.
Tutti contenti! Però, nel bilancio delle banche, esistono dei limiti alla loro possibilità di concedere credito: non possono andare oltre certi livelli di “leverage” (indebitamento).... (continua….)
a cura di Giuseppe
L’attuale crisi mondiale che molti di noi stanno vivendo sulla propria pelle non è piovuta dal cielo, ma mostra, ancora una volta, “quello che è l’errore di fondo: l’avarizia e l’idolatria che oscurano il vero Dio, ed è sempre la falsificazione di Dio in Mammona che ritorna” (Benedetto XVI).
Cercare di capire, quindi, come è nata la crisi, da cosa è stata generata, quali sono stati questi comportamenti egoistici sembra, quanto mai, necessario per identificare le soluzioni ma, soprattutto, per evitare situazioni analoghe nel futuro. La crisi è nata come crisi del credito negli Stati Uniti e possiamo definirla come un fiasco finanziario poi diventato di portata mondiale. Per comprendere bene la dinamica della crisi, dobbiamo, quindi, tornare indietro a qualche anno fa in America: da una parte ci sono le famiglie e dall’altra le banche.
Il sogno di ogni famiglia (compresa quella americana) è di avere una casa di proprietà, ma non tutti possono permetterselo sia per le condizioni economiche personali che per i tassi d’interesse applicati sui mutui.
Dall’altra parte ci sono le banche che, con i tassi d’interesse applicati fino al 2001, compravano titoli del Tesoro americano senza correre alcun rischio e con un adeguato rendimento.
Dopo l’11 settembre, il Governatore della banca Centrale Americana (Federal Reserve Bank), per stimolare l’economia e renderla forte e più stabile, decise di abbassare i tassi di interesse all’1%.
In questo scenario, come si comportano i due “protagonisti”? Le banche considerano l’1% una percentuale molto bassa per investire il loro denaro e decidono quindi di trovare strumenti finanziari più remunerativi come ad esempio i mutui. D’altro lato, l’abbassamento del tasso significa che le banche americane potevano chiedere prestiti alla banca degli Stati Uniti (la Federal Reserve) con un interesse del solo 1%. La conseguenza fu un enorme quantità di credito erogato a basso costo per cui le banche prestavano denaro con molta facilità.
Ed è qui che entrano in gioco gli “spregiudicati della finanza” privi di etica e di morale pronti a tutto per mantenere il loro stipendio alto e soprattutto i loro bonus, ai livelli precedenti se non addirittura aumentarli.
Iniziano a “spingere” sulle famiglie: le banche offrono mutui facilitati e con tassi molto bassi a chi vuole acquistare casa anche a chi è considerato “subprime” cioè non “prime” (clientela che difficilmente è in grado di far fronte all’impegno preso). Il suggerimento è di sottoscrivere mutui a tasso variabile.
La famiglia è molto contenta dell’acquisto della casa anche perché il valore degli immobili sta aumentando moltissimo. La banca ci guadagna la commissione e la casa in caso di morosità.
Tutti contenti! Però, nel bilancio delle banche, esistono dei limiti alla loro possibilità di concedere credito: non possono andare oltre certi livelli di “leverage” (indebitamento).... (continua….)
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