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martedì 26 gennaio 2010

La crisi globale: responsabilità di pochi, conseguenze per tutti

Prima parte
a cura di Giuseppe

L’attuale crisi mondiale che molti di noi stanno vivendo sulla propria pelle non è piovuta dal cielo, ma mostra, ancora una volta, “quello che è l’errore di fondo: l’avarizia e l’idolatria che oscurano il vero Dio, ed è sempre la falsificazione di Dio in Mammona che ritorna” (Benedetto XVI).
Cercare di capire, quindi, come è nata la crisi, da cosa è stata generata, quali sono stati questi comportamenti egoistici sembra, quanto mai, necessario per identificare le soluzioni ma, soprattutto, per evitare situazioni analoghe nel futuro. La crisi è nata come crisi del credito negli Stati Uniti e possiamo definirla come un fiasco finanziario poi diventato di portata mondiale. Per comprendere bene la dinamica della crisi, dobbiamo, quindi, tornare indietro a qualche anno fa in America: da una parte ci sono le famiglie e dall’altra le banche.
Il sogno di ogni famiglia (compresa quella americana) è di avere una casa di proprietà, ma non tutti possono permetterselo sia per le condizioni economiche personali che per i tassi d’interesse applicati sui mutui.
Dall’altra parte ci sono le banche che, con i tassi d’interesse applicati fino al 2001, compravano titoli del Tesoro americano senza correre alcun rischio e con un adeguato rendimento.
Dopo l’11 settembre, il Governatore della banca Centrale Americana (Federal Reserve Bank), per stimolare l’economia e renderla forte e più stabile, decise di abbassare i tassi di interesse all’1%.
In questo scenario, come si comportano i due “protagonisti”? Le banche considerano l’1% una percentuale molto bassa per investire il loro denaro e decidono quindi di trovare strumenti finanziari più remunerativi come ad esempio i mutui. D’altro lato, l’abbassamento del tasso significa che le banche americane potevano chiedere prestiti alla banca degli Stati Uniti (la Federal Reserve) con un interesse del solo 1%. La conseguenza fu un enorme quantità di credito erogato a basso costo per cui le banche prestavano denaro con molta facilità.
Ed è qui che entrano in gioco gli “spregiudicati della finanza” privi di etica e di morale pronti a tutto per mantenere il loro stipendio alto e soprattutto i loro bonus, ai livelli precedenti se non addirittura aumentarli.
Iniziano a “spingere” sulle famiglie: le banche offrono mutui facilitati e con tassi molto bassi a chi vuole acquistare casa anche a chi è considerato “subprime” cioè non “prime” (clientela che difficilmente è in grado di far fronte all’impegno preso). Il suggerimento è di sottoscrivere mutui a tasso variabile.
La famiglia è molto contenta dell’acquisto della casa anche perché il valore degli immobili sta aumentando moltissimo. La banca ci guadagna la commissione e la casa in caso di morosità.
Tutti contenti! Però, nel bilancio delle banche, esistono dei limiti alla loro possibilità di concedere credito: non possono andare oltre certi livelli di “leverage” (indebitamento).... (continua….)

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