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venerdì 26 marzo 2010

Crisi globale: responsabilità di pochi, conseguenze per tutti (ultima parte)

a cura di Giuseppe

Abbiamo visto come la crisi sia stata causata dalle banche americane che hanno concesso mutui facili, e ricavato profitti con il ricorso alle “Banche d’affari” che mettono sul mercato prodotti finanziari spregiudicati che mascherano il rischio legato alle quote dei mutui. Mano a mano che le famiglie incontrano difficoltà a pagare, i prodotti finanziari non hanno più, al loro interno, mutui (quindi contante) ma solo case invendute. Gli investitori, il mercato, non vogliono e non possono più comprare questi prodotti per i quali si erano a loro volta indebitati. La situazione peggiora: gli investitori hanno in mano titoli che nessuno vuole. Cercano, allora, di rivendere i singoli mutui, ma neanche questi nessuno vuole perché sono case invendibili. Tutto il mercato finanziario è congelato, le banche falliscono e la situazione peggiora … tutti finiscono in bancarotta ma non è tutto: molti di coloro che avevano comprato titoli sono fondi pensioni degli americani. In pratica, il TFR degli operai americani è andato in fumo! Si inizia perciò a comprendere come la crisi sia un circolo vizioso. Le banche non potendo vendere titoli e avendo degli impegni finanziari da mantenere decidono di non concedono più prestiti a nessuno neanche fra di loro. Non danno credito alle imprese che falliscono e licenziano. La crisi, prima solo finanziaria, si trasferisce all’economia reale (imprese e industrie). Meno lavoratori, meno reddito, meno acquisti, meno imprese, ecc. Come si sta risolvendo il disastro creato da questi sciacalli della finanza? Tutti gli Stati stanno facendo ricorso alle loro casse, al debito pubblico, quindi alla ricchezza delle collettività, per salvare il salvabile. Alcune riflessioni e provocazioni: È giusto che il conto di tale disastro sia pagato dai cittadini? È giusto che la maggioranza della Comunità ripiani il conto salato causato da una minoranza di avidi, ricchi, egoisti, imbroglioni, bugiardi, ladri? È giusto che gli autori di tale “truffa” finanziaria legalizzata alla fine escano impuniti con il benestare delle principali Autorità Governative e di Controllo? È giusto che gli amministratori di queste note banche d’Affari e Commerciali, dopo aver causato un tale dissesto mondiale, semplicemente si dimettano dalle loro cariche e se ne escano con liquidazioni di milioni di dollari? È giusto che all’interno delle più alte cariche governative e degli organi di controllo siedano personaggi provenienti da queste famigerate banche d’Affari? Sembra utile soffermarci sulle parole del Pontefice nella enciclica “Caritas in Veritate”: “la crisi ci obbliga a riprogettare il nostro cammi¬no, a darci nuove regole e a trovare nuove forme di impegno, a puntare sulle esperienze positive e a rigettare quelle negative. La crisi diventa così occasione di discernimento e di nuova progettualità. In questa chiave, fiduciosa piuttosto che rassegnata, conviene affrontare le difficoltà del momento presente”

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