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lunedì 9 novembre 2009

INTERVISTA A DON PAOLO

a cura di Chiara Campanelli

Sei sempre stato credente?
Sì, sono cresciuto in una famiglia molto credente, che mi ha educato nella fede e mi ha incoraggiato nell’impegno parrocchiale a partire dalla cresima, come allievo catechista nella mia parrocchia dall’età di 12 anni.

Saresti in grado di raccontare la tua storia, prima di diventare prete?
Negli anni del liceo ho vissuto come tutti gli altri, con amicizie nel gruppo parrocchiale, poi, terminato il liceo, ho frequentato l’università nella facoltà di fisica, poi ho iniziato a studiare teologia per laici e ho insegnato religione per un anno. A 22 anni sono entrato in seminario.

Nel corso della tua vita ci avevi pensato di diventare prete, quando avevi, per esempio, 17 anni?
Sì, quando avevo 13 anni, e ho frequentato un gruppo vocazionale per due anni, ma poi ne sono uscito perché non pensavo che fosse quella la mia strada. Qualche anno dopo mi sono fidanzato.

Quali erano e sono i tuoi hobby?
Suonavo la chitarra molto volentieri e mi piacciono gli sport di montagna.

Cosa ti piace di più della vita da prete?
Il rapporto con le persone, nelle quali incontro Gesù, e l’amore per la Chiesa.

La cosa che ti piace di S. Tarcisio e la cosa che non ti piace.
Mi piace la possibilità di iniziare nuovi percorsi pastorali e non mi piace quando si chiacchiera molto.

Hai mai avuto un amico del cuore e come si chiama? A che età l’hai avuto?
Ne ho due. Il primo è Alessandro, che ho conosciuto all’età di 3 anni e col quale siamo stati sempre in classe insieme fino alla fine del liceo. Il secondo si chiama Giovanni, che ho conosciuto quando ho fatto gli incontri di preparazione in seminario, col quale abbiamo ancora molti rapporti, visto che viviamo qui insieme.

Quando eri piccolo, cosa volevi fare di lavoro?
Volevo fare il torero, quando ero piccolo. Crescendo, volevo poi fare l’ingegnere.

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